"Lo spettacolo teatrale 'ALMENO i nomi, i volti, i colori' parte da una riflessione dall'omonima mostra, allestita dal Laboratorio storico di Rovereto, su civili trentini deportati nei campi di concentramento nazisti. Studenti e docenti, guidati dal prof. Carlo Casucci nella sceneggiatura e nella regia, condividono con questo spettacolo una riflessione sull'unicità dell'individuo, nelle sue aspirazioni, ancorché piccine o pretenziose: attraverso sei storie di altrettante vite che, dal 1943 al 1945, sono state interrotte dall'irrazionalità geometrica del Nazifascismo. Nell'ombra oscura dell'anonimato...fino a questo spettacolo."
Video: SPETTACOLO TEATRALE ALMENO I NOMI, I VOLTI, I COLORI
Nanosensore: parola difficile per indicare un dispositivo davvero piccolo che è capace di rilevare vari parametri ambientali.
Nel caso delle classi terze scientifico scienze-applicate ha comportato un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro offerto dal prestigioso laboratorio di ricerca Micro Nano Facility della Fondazione Bruno Kessler dal titolo: “Nanotecnologie per l'ambiente: sensori di gas per il monitoraggio di inquinanti atmosferici - Educazione ambientale e alla sostenibilità”.
Tutto è cominciato con tre incontri di preparazione online con i giovani ricercatori Andrea Gaiardo, Matteo Valt e Pietro Tosato che hanno spiegato il progetto in cui operano: impegnarsi a ideare, progettare e costruire dei nanosensori microresistivi di gas atmosferici di facile installazione e a basso costo.
La precisione di questi strumenti non è così elevata come quella delle centraline attualmente presenti sul territorio provinciale, ma i sensori, una volta realizzati, avranno il vantaggio di poter essere diffusi in modo molto più capillare sul territorio, merito del loro basso costo e delle loro piccole dimensioni. In questo modo si potranno inviare in rete i dati misurati e in più potranno essere visualizzati in continuo e in tempo reale.
Le due classi successivamente hanno trascorso un’intera giornata da FBK, e hanno quindi potuto visitare i laboratori dove questi sensori vengono ideati, prodotti, testati e tarati per fornire dati sui gas atmosferici.
A stupire sicuramente la necessità di sterilità (pur non lavorando su materiali biologici i sensori vengono assemblati in camere, “clean room”, pulite e sterilizzate da sistemi di ventilazione forzata con filtri HEPA, nelle quali si accede solamente con copriscarpe ed indumenti appositi), ma anche l’utilizzo del microscopio, che viene usato per controllare il lavoro, e poi la necessità di raccogliere una grande mole di dati su una piattaforma open source e di calibrarli per dare loro una significatività dal punto di vista scientifico.
Insomma tutte tematiche incontrate anche sui banchi di scuola degli studenti delle scienze applicate, ma decisamente in un contesto del tutto diverso.
(proff. Claudio Pitzalis, Giulia Andina e studenti di 3APA e 3APB)